Negli ultimi anni, con l’avvento dell’ebook, abbiamo visto il libro cambiare forma, rivoluzionarsi. Non si tratta del primo grande cambiamento nella fruizione della parola scritta, poiché il libro che conosciamo è stato di per sé una rivoluzione. Vediamo com’è nato il libro.
Dalla tavoletta di argilla al papiro
Facciamo un salto al 4000 a.C., quando compare la prima forma di scrittura e cioè quella cuneiforme dei Sumeri, i quali utilizzavano tavolette di argilla per incidere i loro caratteri. Una forma molto lontana da quella che conosciamo noi di libro.
Andando avanti nel tempo di circa 2000 anni, arriviamo all’impiego del papiro, a partire dagli Egizi fino ai Romani del primo secolo dopo Cristo.
I lunghi rotoli di papiro erano avvolti attorno a due bastoni di legno e, diciamolo, non erano proprio comodi: per srotolarli bisognava usare entrambe le mani.
Inoltre il papiro è un materiale molto fragile e non era raro che i rotoli si strappassero o venissero rovinati dall’umidità e dalle intemperie.
Dalla pergamena alla carta
La pergamena prende nome dalla città greca di Pergamo, la quale aveva una grande biblioteca che rivaleggiava con la famosa biblioteca d’Alessandria d’Egitto.
Quando l’Egitto smise di esportare il papiro, a causa della concorrenza culturale fra le due città, Pergamo reagì ricavando la pergamena dalla lavorazione delle pelli di animale.
La Pergamena è ancora considerata uno dei migliori supporti scrittori inventati, infatti, anche se nell’antichità non si diffuse subito a causa della concorrenza del meno costoso papiro, rimarrà in uso fino al XIV secolo quando in Cina nascerà la carta.
La rivoluzione sta nel formato
La scomodità e la fragilità dei rotoli di papiro permettono l’avvento dei codici.
I codici avevano l’aspetto del libro così come lo intendiamo oggi: erano protetti da una copertina di legno (o di fogli di papiro o di pergamena incollati) e al loro interno custodivano fogli di papiro scritti su entrambi i lati.
Ovviamente, il codice non sostituisce subito i rotoli di pergamena poiché né l’élite letterata né la comunità ebraica vedevano di buon occhio i codici. Questa forma è sopravvissuta fino a oggi, migliorandosi, e diventando il libro che conosciamo grazie alle prime comunità cristiane che si servivano dei codici per trascrivere testi sacri e preghiere.
Sempre il Cristianesimo nel Medioevo ha reso il codice il mezzo per antonomasia per la trasmissione di opere letterarie, in particolare grazie alla trascrizione da parte dei monaci di testi fino ad allora conservati su rotoli di papiro, nascono i manoscritti miniati.
La stampa e la nascita del libro
All’inizio del XV secolo, dunque, il libro era un codice manoscritto, prodotto grazie all’opera paziente e meticolosa di un amanuense. Il libro manoscritto era pertanto un oggetto molto costoso e dunque elitario; ogni copia era un pezzo unico.
Alla metà del ‘500, l’orafo tedesco Johann Gutenberg ebbe un’idea che avrebbe consentito di rendere molto più veloce il processo di riproduzione di un testo.
Gutenberg, grazie alle sue conoscenze di orafo, riuscì a migliorare e rendere più durevoli i caratteri mobili già inventati dal tipografo cinese Bi Sheng che però erano di argilla quindi molto fragili.
Con i caratteri mobili migliorati, l’introduzione di inchiostri oleosi e l’invenzione della prima pressa da stampa, Gutenberg segna la rivoluzione della stampa e del libro.
Da Gutenberg ad oggi la stampa si è evoluta ed il libro con essa, fino ad arrivare alla sua digitalizzazione.
Nonostante questa sia l’era dell’ebook non significa che la stampa libri, brochure online o la stampa opuscolo online si stia estinguendo, anzi le due realtà convivono ed il libro continua a mantenere il suo fascino e quell’odore di carta stampata che lo contraddistinguono.
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