Un invenzione che ha cambiato il mondo
Nel primo secolo dopo Cristo, le varie informazioni o qualsiasi altra cosa veniva scritto su fogli di seta o altri materiali analoghi vegetali, opportunamente lavorati e preparati.
Prima dell’invenzione della carta ciò che si voleva tramandare veniva riprodotto su qualsiasi materiale, secoli prima gli Egizi tramandavano il loro sapere sulle pergamene fatte con il papiro.
Cyperus Papyrus o pianta di Papiro vive unicamente sulle sponde in Egitto lungo le sponde del fiume Nilo, e in Sicilia presso Siracusa.
Questa pianta è formata dal rizoma che si fissa al terreno attraverso le sue radici di colore bianco, i nuovi germogli della pianta crescono lungo tutta la sua lunghezza, mentre la parte superiore della pianta è costituita dal caule o canna che viene utilizzata per la fabbricazione della carta.
Di colore verde si assottiglia gradualmente verso l’infioriscenza, raggiungendo altezze elevate fino ai 6 metri con diametro di 10 cm circa.
La carta ricavata dal Papiro venne utilizzata in Egitto fin dal III millennio a.C., a quei tempi non veniva chiamata carta, ma denominata Shefedu, anche chiamata dai greci “Biblos” o dai Romani “Charta”.
Chi inventò la scrittura vera e propria su questo tipo di materiale non ha origine unica, il “verbo” tramandato indica che tra i primi ad usare la carta di papiro furono i Sumeri e gli Egizi.
I fogli di papiro però risultarono molto fragili e non potevano formare un libro, rovinandosi nel tempo
Secondo gli studiosi la svolta per dover utilizzare la carta come mezzo di comunicazione non fu basata sui soli bisogni di comunicare un pensiero immaginario, ma condizioni socio-economiche e politiche.
Le giuste condizioni per dar luce alla scrittura avvenne secondo gli studiosi circa in 3.200 a.C. in Mesopotamia con la nascita della scrittura cuneiforme, e successivamente in Egitto con la scrittura geroglifica.
Si ipotizza che la prima civiltà urbana ad usare la scrittura fù dunque quella dei Sumeri, tra l’attuale Baghdad in Iraq e la foce del Tigri e dell’Eufrate.
Nel 105 d.C. Cai Lun inventore cinese nato circa nel 50 d.c e morto circa il 121 d.c. nato a Guiyang entrò alla corte dell’allora Imperatore della Cina Ho Ti, diventando in breve tempo capo eunuco. Nel tempo informò l’Imperatore di aver fabbricato un nuovo materiale adatto alla scrittura, usando solo “vecchi stracci, reti da pesca e scorza d’albero”.
La tecnica fu fantastica in quanto si basò sull’idea di intrecciare fibre ottenendo così un materiale leggero, economico e resistente.
La scoperta varca ben presto i confini della Cina: gli scritti buddisti si diffondono in Giappone grazie al monaco Dokio, e insieme ai testi si diffonde anche il nuovo materiale su cui sono scritti.
In poco tempo il Giappone diventa famosa per la creazione della carta e la divulgazione ed della compilazione di manoscritti.
“Nel 751 d.C. ad Atlah, sul fiume Tala’s, nel Turkestan, fu combattuta una grande tra gli arabi, in movimento espansionistico verso Oriente, e gli abitanti della regione, sostenuti dai Cinesi.
Questa battaglia “merita di essere ricordata perché da un lato aprì le porte agli arabi verso l’Asia Centrale consentendo loro di spingersi sino alle frontiere del Celeste Impero e dell’altro porto la divulgazione della prodigiosa invenzione di T’sai Lun, attraverso un cartaio Cinese catturato sul campo e condotto prigioniero a Samarcanda, la via del Medio Oriente e, successivamente, del Mediterraneo e dell’Europa.
Tale divulgazione poi si spinse verso la Spagna per poi arrivare attorno all’anno 1000, in Italia.
L’Italia è famosa per i suoi maestri cartai e per le numerose cartiere, tra le famose ricordiamo sicuramente quella di Fabriano con realizzazioni di documenti che risalgono al 1283 dove si inizia a menzionare la loro attività.
Altre cartiere famose in Italia esistevano a Prato, Amalfi, a Venezia, a Cividale nel Friuli ed in altri comuni sparsi sul “Bel Paese”.
Ai cartai italiani spettano non pochi meriti nel processo di perfezionamento della produzione. Essi meccanizzarono la molitura degli stracci (precedentemente eseguita amano), introdussero la collatura dei fogli con gelatina animale (anziché con colle e succhi vegetali), crearono e regolamentarono i diversi tipi e formati di carta e, infine, introdussero nella fabbricazione della carta la «filigranatura» dei fogli.
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